Il commercio equo e solidale rappresenta per noi l’esempio vivo di un’economia che mette
al centro le persone, i legami e la dignità del lavoro. È una risposta concreta alla cultura dello
sfruttamento, capace di restituire speranza e futuro attraverso relazioni giuste e sostenibili. È da
qui che vogliamo partire: dalla convinzione che un altro modo di produrre e acquistare può
aiutare a costruire legami. E che questi legami tutti insieme possano costituire una fitta rete
capace di fermare la logica della guerra come unico strumento di risoluzione dei conflitti.

Un programma ricco di ospiti per capire il nostro mondo e attivarsi per il cambiamento e la pace!

Il Festival vi offrirà molte occasioni di riflessione su temi che ci paiono cruciali: il conflitto, le frontiere, l’attivismo, l’economia sostenibile.

Molti linguaggi verso un’unica pace

Il Festival, come sempre, parlerà molti linguaggi e attraverserà storie, musiche, immagini. Spettacoli come Salām/Shalom. Due padri faranno riflettere su chi ha avuto il coraggio di diventare uomo di pace. Con Il limite ignoto poi, il pubblico entrerà a far parte di uno spettacolo che tenta creare relazioni basate sul consenso. Vi aspettiamo per godere insieme momenti di pura bellezza!

La pace tra il dubbio e il dialogo

La pace come dubbio e come dialogo attraversa tutti gli incontri di questo percorso: dalla riflessione sulla salute globale ai diritti del lavoro e al commercio equo, dalle testimonianze sul caporalato alle esperienze di obiezione e nonviolenza. È una pace che si interroga, che cerca strumenti nel diritto e nella cooperazione internazionale, che riconosce nel Mediterraneo un luogo di conflitti e di incontri, e che si apre ai giovani, al clima e all’attivismo. Un cammino che invita a pensare, insieme, cosa significhi davvero “fare pace”.

E con un tema così come non partire dai bambini e dalle famiglie?

Creiamo tanti spettacoli, degustazioni, concerti e laboratori da sperimentare insieme per grandi e piccini!